Laboratorio di
Filologia Musicale

 

Senza musica, la vita sarebbe un errore (Friedrich Nietzsche da Crepuscolo degli idoli)

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Tavola Rotonda: Renato De Grandis e la presenza italiana a Darmstadt

 

Il Dipartimento di Filosofia, Storia e Beni culturali, in collaborazione con il Conservatorio F.A. Bonporti di Trento, organizza una Tavola Rotonda dedicata alla figura di Renato De Grandis ed ai suoi rapporti con i Ferienkurse di Darmstadt, città in cui visse ed operò per due decenni.

La Tavola Rotonda sarà introdotta e conclusa dall'esecuzione, a cura di Antonio Tarallo, di brani pianistici di De Grandis (si veda la brochure per i dettagli sul programma).

Partecipanti: Cosimo Colazzo (Chairman), Franco Ballardini, Christoph Hahn, Massimo Priori, Marco Russo, Jania Sarno, Antonio Tarallo, Marco Uvietta.

venerdì 8 aprile, ore 16.00

Aula 2b, Conservatorio F.A. Bonporti

Palazzo Consolati

Via S. M. MADDALENa, 1


Renato De Grandis (1927-2008), veneziano, fu allievo di Malipiero e Maderna, da cui ricevette una solida consapevolezza della tradizione musicale e la spinta verso una concezione della ricerca mai avulsa dal risultato sonoro. Messosi in luce sin dalla giovanissima età (1945, Primo Premio di Composizione della Radio Italiana), si conferma come uno dei più promettenti autori del suo tempo con l’affermazione al Premio Nazionale per la Musica (1953), che gli valse immediata considerazione, ma anche la coscienza di dover allargare i confini e le prospettive della sua esperienza per proseguire nella costruzione della propria identità musicale. Come tanti giovani musicisti che hanno attraversato il ‘900, si così indirizzò verso Darmstadt, vero centro nevralgico della ricostruzione musicale contemporanea del dopoguerra. Dal 1959, anno della prima visita ai Ferienkurse, il rapporto con la città tedesca si è progressivamente rafforzato prima con una immediata rappresentazione (1960), poi con la scelta di renderla la propria residenza ufficiale per più di un ventennio (dal 1962).
Renato De Grandis, che nel prosieguo della carriera non si rifugerà mai in stretti ambiti nazionali, sussume sotto molti punti di vista le aspirazioni e le necessità espressive di molti suoi coetanei, cogliendo le opportunità e la ricchezza del fermento e delle inevitabili contaminazioni che ribollivano a Darmstadt. Egli fornisce l’opportunità di rivisitare quest’esperienza da una prospettiva svincolata dalla consuete argomentazioni inerenti le tecniche compositive predominanti (serialità ed alea), i principali protagonisti di quegli anni (Boulez, Cage, Stockhausen, Berio, Maderna, Ligeti, Nono, etc.), bensì di rintracciare percorsi umani e poetici di grande ricchezza e valore artistico che hanno in qualche modo influenzato la produzione musicale sino ai nostri giorni.

 

Comitato scientifico e organizzativo
Cosimo Colazzo, Massimo Priori, Marco Russo

 

 
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